Psicologia Ambientale: l’influenza dei colori sulle prestazioni cognitive
Ciao,
quali sono i colori prevalenti del blog? una ricerca molto interessante ha provato l’esistenza di una correlazione fra il colore “dell’ambiente” e le prestazioni cognitive.
Non è la prima volta che ti racconto che, alcuni elementi dell’ambiente possono realmente influenzare le tue prestazioni mentali…ti ricordi la scena della natura?
Esatto allo stesso modo sono stati testati due “comunicolori”…in pratica i ricercatori hanno sottoposto alcunisoggetti ad una serie di compiti dove come sfondo erano presenti: o il blu o il rosso…
La scoperta è davvero interessante se ti piace quella che viene anche definita come “psicologia ambientale“; cioè di come l’ambiente è in grado di influenzare la tua psicologia (e viceversa).
Ecco i risultati degli esperimenti:
Rui Zhu, psicologa e ricercatrice della British Columbia ha manipolato le testure (gli sfondi) di un computer mentre i soggetti risolvevano alcuni compiti cognitivi differenti.
1 Risultato: quando i soggetti avevano uno sfondo di colore ROSSO erano più bravi in compiti che richiedevano abilità nello scovare i dettagli…come trovare gli errori all’interno di un testo (questo è stato testato rispetto al colore bianco-neutro e al colore blu).
2 Risultato: quando lo sfondo era BLU i soggetti erano più portati a dare soluzioni creative. In pratica il blu stimola la creatività. Il compito assegnato era quello di descrivere quante cose era possibile fare con un mattone.
La spiegazione data dalla ricercatrice è di origine cognitiva, in pratica associamo i colori a determinati eventi della vita reale. Ad esempio il rosso è associato ad un contesto di allarme, per cui bisogna stare attenti…mentre il blu è maggiormente associato alla tranquillità e rievoca il mare ed il cielo…
Essendo abbastanza d’accordo con l’ipotesi presentata mi limito ad aggiungere che il blu, essendo associato a qualcosa di “tranquillo” potrebbe far scattare più facilmente quel meccanismo che in letteratura viene definito come Flowe che hai visto negli scorsi post,
E tu che cosa ne pensi? di che colore è il tuo ambiente di lavoro? lascia un commento qui sotto e se non lo hai ancora fatto iscriviti ai miei feed rss.
A presto
Genna
leggere l'intero blog, pretty good
Ciao Nicola…
Complimenti per il tuo approfondimento… sia psicologico che storico.
Grazie
Genna
Ciao Genna,
giuste considerazioni!
Come ben sai, la Gestalt applicata all’architettura e al townscape – v. gli studi di Kevin Lynch – mette in gran risalto il colore come uno dei ‘segnali’ che incidono nel profondo dell’utente di un ‘luogo’, diventando così uno degli elementi ‘direttori’ e ‘indicatori’ dello stesso. Non solo, incidono sulla stessa ‘mappa mentale’ (per non dire la ‘coscienza’ e il subconscio) di chi frequenta i luoghi stessi.
E poi non ci scordiamo che, nell’antichità, spesso rosso e nero erano associati, se non addirittuta omologati (il nero fa paura come il rosso…), tant’è che nei primi scacchi – quelli indiani – c’era il bianco e il rosso (non il nero). Come, d’altronde, l’azzurro, nelle varie tonalità, era il colore più apprezzato nel medioevo e nel rinascimento, mentre il marrone era – perchè più facile da ottenere – il più comune. Insomma, cielo versus terra…
Nicola Perchiazzi (dal caos la stella danzante)